La Megamacchina Burocratico-Tecnico-Industriale

“Lo sviluppo della nostra civiltà ha prodotto cose meravigliose: l’assoggettamento dell’energia fisica, le macchine industriali sempre più automatizzate e informatizzate, gli elettrodomestici che liberano le famiglie dai compiti più servili, il benessere, le comodità, prodotti di consumo estremamente diversificati, l’automobile (che, come dice il suo nome, dà l’autonomia alla mobilità), l’aereo, che ci fa divorare lo spazio, la televisione, finestra aperta sul mondo reale e i sui mondi immaginari…

Questo sviluppo ha consentito la fioritura degli individui, l’intimità nell’amore e nell’amicizia, la comunicazione tra individuo e individuo, la telecomunicazione fra tutti gli individui. Ma questo stesso sviluppo produce anche l’atomizzazione degli individui, che perdono le vecchie solidarietà senza acquisirne di nuove, che non siano anonime e amministrative.

Lo sviluppo dell’area tecno-burocratica provoca la generalizzazione del lavoro parcellizzato senza iniziativa, senza responsabilità, senza interesse. Il tempo cronometrato, il tempo precipitato fanno scomparire la disponibilità, i ritmi naturali e tranquilli. La fretta scaccia la riflessione e la meditazione. La megamacchina burocratico-tecnico-industriale coinvolge un numero sempre maggiore di attività. Obbliga gli individui a obbedire alle prescrizioni, alle ingiunzioni, ai suoi formulari. Non sappiamo come dialogare con i suoi poteri autonomi. Non sappiamo come correggere i suoi errori, non sappiamo a quale ufficio, a quale sportello rivolgerci. La meccanizzazione assume il controllo di ciò che non è meccanico: la complessità umana. L’esistenza concreta è oppressa e presa in giro. Il regno anonimo progredisce insieme al regno anonimo della tecno-burocrazia. Gli agenti stimolanti sono anche agenti disintegratori: lo spirito di competizione e la voglia di successo sviluppano l’egoismo e dissolvono la solidarietà.

La città dalle mille luci, che offre libertà e varietà, diventa anche una città tentacolare i cui vincoli, come la routine letto/ufficio/metropolitana, soffocano l’esistenza e in cui gli stress accumulati esauriscono i nervi.”

Edgar Morin (“Terra-Patria” – 1993)